Recensione di Elisabetta Bolondi
Autore: Bassi Roberto
Titolo: Scaramucce sul lago Ladoga
Editore: Sellerio 2004
Breve ma pieno di tanti ricordi dell'infanzia felice del bambino Roberto, figlio di un avvocato veneziano, ebreo, la cui vita serena finisce nell'ottobre del 38, quando la legislazione razziale che discrimina gli ebrei lo esclude dalla classe di terza elementare che frequentava.Poi, dopo il razzismo, la guerra, la paura della deportazione, la fuga a Roma, la clandestinità in un orfanotrofio cattolico, e finalmente dopo mesi di incubo la liberazione da parte dell'esercito americano, il 4 giugno del 44.Ma se la famiglia Bassi, grazie a complicità e molta fortuna, è riuscita a scampare all'arresto, purtroppo tutti i loro parenti periranno ad Auschwitz. Perchè? si chiederà a lungo Roberto, sopravvissuto e divenuto più tardi medico? Allora, in una normalità riacquistata faticosamente, l'imperativo per lui sarà: testimoniare. Ecco allora questo libro mai enfatico, limpido nella rievocazione, chiaro nelle responsabilità attribuite, sereno nel giudizio sulla follia e l'enormità delle leggi razziali, attuate in una paese nel cui tessuto la famiglia Bassi, come tutte le famiglie ebree italiane, erano saldamente radicate.
Un tema, questo del razzismo, divenuto oggi di scottante attualità e che questo libro misurato ci aiuta ad analizzare nelle sue assurde componenti.

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